LE CLARISSE A SAN CASCIANO VAL DI PESA

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La storia dell’insediamento delle Clarisse a San Casciano Val di Pesa (FI) ha radici remote e sotto certi aspetti suggestivi. In questo ridente paese del Chianti fiorentino le sorelle occupano oggi un antico convento francescano il cui inizio risale alla fine del Quattrocento. E’ il 15 agosto 1492 la data ricordata dalle Cronache dei Frati Minori per la solenne inaugurazione dell’intero complesso, costituito da un edificio rinascimentale di proporzioni impegnative e da una chiesa corredata da alcune cappelle, con un campanile che ancora oggi svetta sulle case del paese.

Il complesso, intitolato originariamente a san Francesco, ma di fatto poi denominato La Croce “per rispetto d’una gran croce – dicono le cronache del tempo – che i frati, quando lo si prese, piantarono sulla strada che va a San Casciano”, è sempre stato oggetto di cura sia da parte dei francescani che della popolazione, rimasta legata al convento nel corso delle vicissitudini del tempo. Senza dubbio, per la disponibilità dei frati e per la fede semplice e genuina della gente, il luogo veniva a costituire fin dalle origini un valido punto di riferimento spirituale e culturale per la comunità locale.

Proprio in questo convento nato dal cuore dei Sancascianesi, è giunta nel 1978 una comunità di Clarisse provenienti da Volterra, costretta a trasferirsi dall’antica cittadina etrusca a causa dell’inagibilità del loro monastero.

Le sorelle che venivano a San Casciano il 4 novembre 1978, portavano con sé l’eredità spirituale di una storia ricca di memoria: nate come comunità di terziarie nel 1480, ma riconosciute come Secondo Ordine Francescano nel 1519, avevano reso famoso per santità il loro monastero costruito con l’aiuto dell’umanista volterrano Raffello Maffei e intitolato a san Lino papa, sui ruderi della cui casa la leggenda voleva fosse stato costruito l’edificio. Le antiche cronache della comunità narrano di eventi straordinari legati al fervore di spirito e alla santità di vita delle prime monache, come ad esempio i prodigi che circondano il ricordo di sr. Maria del Borgo, “la quale, essendo in chiesa in orazione, insieme con una sr. Orsola” fu trovata in estasi mentre dalla chiesa emanava uno “splendore grandissimo intorno e quello era fuoco”, o di sr. Chiara Palaia, la quale “il Venerdì santo vide Gesù Cristo in quel modo che lui era, quand’Egli fu battuto alla colonna…”.

Tra storia e leggenda, proprie degli inizi di questa comunità, un altro particolare appare degno di nota e contribuisce a rendere ricco lo sviluppo della presenza clariana in una sorta di parallelismo tra Volterra e San Casciano. Mentre infatti nell’antico monastero di San Lino in Volterra la comunità cresceva, avveniva che anche a San Casciano, tra il 1492 e il 1529, sorgesse un piccolo monastero di figlie di Chiara d’Assisi, la cui costituzione era incoraggiata da un signore del paese, un tal Bernardino, nipote di Girolamo (o Giuliano) Castrucci, che precedentemente aveva fatto costruire il convento dei Frati Minori. Bernardino, aveva favorito l’ingresso di quattro o cinque sue figlie nel piccolo monastero eretto, che però non poté avere lunga vita a causa della guerra di Firenze che costrinse le monache alla fuga. Particolare curioso: anche le giovani Castrucci lasciarono San Casciano per rifugiarsi altrove, e avvenne che una di loro andasse proprio nel monastero di Volterra, quasi antesignana del futuro trasferimento di quella antica comunità nel paese del Chianti.

La vita delle Clarisse – cinquanta all’inizio del Settecento (epoca in cui il Memorialista, un tal fra Glicerio, scrive) e tutte nobili – come ricordano le cronache del tempo, scorreva in santa carità, ponendo ciascuna di esse “tutto il suo studio per i maggiori vantaggi spirituali, e temporali ancora del monasterio”. Ed è per questo “studio” di vantaggi anche temporali del monastero, compatibile con la mentalità e le consuetudini del tempo, che alcune sorelle, provenienti da famiglie facoltose, poterono provvedere al consolidamento del fabbricato e all’abbellimento della chiesa.

Sono ancora di questo periodo alcuni fatti straordinari, come i miracoli attribuiti a un’antica immagine della Madonna - una statua di terracotta velata di stucco, appartenente al monastero e oggi perduta – di cui beneficiarono non solo le monache ma anche personaggi famosi del tempo. Come ad es. Maria Maddalena d’Austria, moglie del Granduca di Toscana Cosimo II, che, venuta con la sua corte a Volterra nel 1612, implorò grazia per il fratello Mattia davanti alla sacra immagine e fu esaudita. Della dimensione popolare di questo culto ci informa ancora il memorialista del monastero, riferendoci che la Vergine, attraverso questa immagine, era “profusa nelle sue grazie soprattutto verso la città di Volterra”, cosa che certamente rafforzava il legame della comunità monastica con la cittadina.

E proprio partendo da questo legame, che costituisce uno degli aspetti più caratteristici delle Clarisse presenti un tempo a Volterra e oggi a San Casciano - quello cioè di un particolare rapporto del monastero con la comunità cittadina locale - possiamo fare un balzo in avanti e giungere alla fine del ventesimo secolo. E’ questa l’epoca infatti in cui le sorelle per l’inagibilità dell’antico complesso volterrano, ridotto e fatiscente in seguito alle numerose soppressioni dell’Ottocento, furono costrette a cercare una nuova dimora, giungendo così nel centro chiantigiano dove la loro presenza veniva ad aggiungersi a quella dei francescani già amati e stimati dal popolo sancascianese.

Come si è detto, i Frati Minori erano già molto considerati nel paese: l’arrivo delle Clarisse contribuiva ora ad arricchire la loro presenza offrendo la testimonianza della complementarietà carismatica dei due Ordini fondati dal Poverello di Assisi.

Grazie all’aiuto dei frati e all’accoglienza affettuosa di tante persone non è stato difficile per le monache inserirsi nel tessuto ecclesiale e sociale del paese, nonostante la specificità della loro forma di vita caratterizzata dal ritiro della clausura che a tutt’oggi ne custodisce i ritmi di preghiera, di lavoro e di fraternità. Anzi la testimonianza della preghiera e l’apertura delle sorelle alla condivisione delle Ore liturgiche offerta a chiunque entri nella bella chiesa francescana ormai affidata alla loro esclusiva cura, costituisce una delle forme più significative della presenza contemplativa nel luogo.

Per il resto la vita della comunità, come in ogni monastero di clarisse, scorre all’insegna del Vangelo professato nella sua originale interezza, nella custodia e concretizzazione gioiosa di ogni parola del Signore. La giornata delle monache, in quanto appartenenti a un Ordine contemplativo claustrale, racchiude il segreto di una  vocazione dalla fisionomia mariana che si apre, all’interno della fraternità, alla logica delle beatitudini. La loro intera esistenza è infatti consacrata al bene della Chiesa, nell’impegno della povertà radicale, della contemplazione, del lavoro semplice e familiare, in quella specifica forma di comunione fraterna che la Regola definisce santa unità. Era desiderio di Chiara d’Assisi che le sue figlie giungessero alla perfezione del Vangelo che consiste nell’amarsi a vicenda nell’amore di Cristo. Così queste vogliono vivere, e non solo all’interno del monastero ma anche in relazione al mondo esterno come impegno di condivisione con quanti desiderano partecipare alla loro preghiera o chiedono un incontro in parlatorio per un consiglio e uno scambio spirituale.

Continua in tal modo a San Casciano la testimonianza delle Clarisse che, raccogliendo l’eredità offerta nei secoli dai Frati Minori e sviluppata ora dalla loro presenza, alimenta la fiamma viva della speranza per gli uomini del nostro tempo. Come la vergine Maria, cui il monastero oggi si intitola (denominandosi Monastero dell’Immacolata), sotto la cui speciale protezione esse vogliono vivere.

 

Sr. M. Fernanda Dima, osc

Dal novembre 2013 sr M. Fernanda Dima, attualmente abbadessa del Monastero (L’Immacolata), conduce per Radio Mater la rubrica: “Monastero, cittadella della luce – Insegnamenti a cura di madre M. Fernanda Dima”... continua

Anno della Vita Consacrata:

Dal 30 novembre 2014 al 2 febbraio 2016 si è svolto l’Anno della Vita Consacrata.

In questa celebrazione, che ha coinvolto tutta la Chiesa e i Consacrati e le Consacrate in particolare, si inseriscono alcuni interventi di sr M. Fernanda Dima... continua